Retinopatia Diabetica

Retinopatia Diabetica

 

Quando dei disturbi metabolici determinano degli scompensi come quello della glicemia, l’ insorgenza del diabete le conseguenze anche al nostro occhio non tarderanno a manifestarsi.

Il diabete e quindi la retinopatia diabetica, costituiscono la principale causa di cecità legale e ad essere colpiti possono essere anche giovani di 20 anni circa. Il rilevare questa disfunzione metabolica e controllarla con una buona terapia determinano l’evoluzione della retinopatia stessa.

I vasi sanguigni all’interno dell’occhio alterati dalla modificazione biochimica in quanto esposti all’iperglicemia(eccesso di concentrazioni di glucosio nel sangue) risulteranno ispessiti, infatti mancano le naturali condizioni dell’endotelio(il tessuto dei vasi) che determina la separazione fra fibre di collagene e il sangue impedendo l’adesività piastrinica. La mancanza di questa naturale separazione è determinata dall’accrescimento vascolare endoteliale (VEGF- vascular endothelial growth factor) con la conseguenza ischemia (mancanza di sangue) e ipossia retinica (mancanza di ossigeno) che, con il perdurare della condizione clinica, possono stimolare risposte di tipo neovascolari (creazione di membrane che tenderanno a formare una cicatrice al di sotto della retina).

L’oculista classifica la retinopatia diabetica in: retinopatia diabetica non proliferante(RDNP) e retinopatia diabetica proliferante(RDP)
La retinopatia diabetica proliferante si caratterizza nel mantenere confinati i micro vasi alterati sulla retina e non oltrepassano la membrana limitante interna.
Durante una visita oculistica quindi, si potranno osservare:
con un oftalmoscopia diretta i micro aneurismi
con un esame fluoroangiografico (con mezzi di contrasto) identificare emorragie intra retiniche, dilatazioni venose o essudati duri
con un esame a scansione laser (OCT) valutare l’ispessimento dell’edema retinico (causato proprio dai fluidi provenienti dai micro aneurismi o dai capillari alterati).

Saremo soliti leggere nelle diagnosi di “edema focali”, quando lo stesso è causato da assorbimenti contenuti di singoli o piccoli gruppi di aneurismi; “Edema diffuso” quando l’assorbimento è generato da un enorme quantità di capillari e vasi compromessi.
Quando ad essere coinvolta è la macula(zona nella quali si formano le immagini centrali) verrà definita un importante patologia quando il risultato oct da 500 micron prossimo alla fovea con presenza di essudati duri o quando sono presenti più aree di ispessimento estese per circa 1500micron una parte della quale ricada alla stessa distanza dalla macula.
Gli essudati duri sono la conseguenza della permeabilità alterata dei vasi che l’oculista rileverà in prossimità dei vasi stessi come piccole aree biancastre che all’ esame fluoroangiografico risulteranno ipofluorescenti. Nelle forme più avanzate di retinopatia diabetica non proliferante si osserveranno aree di retina con ipossia tissutale degli strati interni la presenza di numerose emorragie con disposizione a corona delle vene e aree nelle quali manca un attività capillare.
Gli essudati molli o noduli cotonosi ,che troverete descritti nella diagnosi fatta dal vostro oculista , sono accumuli di detriti neuronali. Verranno riconosciuti durante il controllo della retina già per mezzo di un controllo con un oftalmoscopio e appariranno come piccole lesioni biancastre con rilievi lanuginosi i questi casi sarà più opportuno approfondire con un oct o una fluorangiografia che evidenzierà le lesioni come aree di ipofluorescernza.

SINTOMI
Quando in prossimità ad aree estese di scarsa attività capillare , saranno individuabili quelle disposizioni delle vene a forma di corona , l’oculista avrà individuato un importante segno di rallentamento della microcircolazione sanguigna che non alimenterà adeguatamente la retina. Le deviazioni o i contorcimenti del sistema arterovenoso viene definito IRMA o meglio anomalia micro vascolare intraretinica, una alterazione del naturale tessuto capillare. I sintomi possono essere scarsi o addirittura nulli nella forma di retinopatia non proliferante, ciò nonostante i pazienti , consapevoli di un quadro generale alterato, devono sottoporsi a controlli periodici o almeno semestrali per evitare conseguenze irreparabili, non aspettare mai che il campanello di allarme che coinvolge la vista sia un importante abbassamento della qualità visiva.
Ad un abbassamento importante e improvviso della vista è spesso associabile la forma di retinopatia proliferante . I soggetti diabetici presenteranno agli esami specialistici, lesioni fibrovascolari che supereranno anche la membrana limitante interna. Questa forma è diagnosticata raramente pazienti anche non dipendenti dall’ insulina e nel 50% dei casi di chi deve far uso di insulina.

DIAGNOSI
Il VGEF viene diagnosticato quando è presente una forte neovascolarizzazione scaturita dai fenomeni di scarsa attività capillare che generano ipossia nella retina . L’osservazione dell’evoluzione patologica avviene nel constatare l’aumento delle dimensioni dei neovasi i cui tessuti divenendo fibrotici, lentamente regrediranno creando delle aree persistenti di fibrovascolarizzazione al confine con la ialoide posteriore.

Le neovascolarizzazione viene distinta in epinretinica quando si rileva un alterazione dei vasi ad una distanza superiore a quella del diametro papillare , del disco quando l’alterazione e inferiore o uguale a quella del diametro stesso del disco papillare.
Il progresso del fenomeno di neovascolarizzazione può provocare delle emorragie che interesseranno il vitreo con l’ organizzazione dello stesso che può generare delle trazioni tali da sottoporre la retina a distacchi trazionali, quindi in fase di diagnosi lo specialista eseguirà o farà eseguire esami di tipo fluorangiografico per aver evidenziati i vasi neoformati che verranno riconosciuti dalla possibile dispersione del mezzo di contrasto iniettato, oltre ad ecografia per rilevare trazioni o distacchi.
I pazienti che sanno di essere affetti da questa patologia possono percepire spesso la visione di ”mosche volanti” e solo quando è in atto una emorragia retinica o un distacco avranno un importante diminuzione della qualità visiva per l’intorbidamento del gel retinico o la perdita di una parte del campo visivo. L’ OCT inoltre aiuterà a valutare la presenza di eventuale edema misurandone lo spessore e il tipo di trazione generata sulla retina

TERAPIA
Quando l’oculista sarà certo della diagnosi, fatta con più esami, e dell’ entità del danno , valuterà se procedere con un trattamento laser di tipo fotocoagulativo per mezzo del quale proverà a contenere le emorragie e rinforzare la tenuta della retina.
Il miglior consiglio da dare a tutti pazienti affetti da retinopatie diabetiche coincide con il trattare prima possibile gli sbalzi glicemici evitando di avere valori alti o ipoglicemie , l’oculista aiuta questi pazienti facendo diagnosi precoce per stabilire il miglio piano terapeutico che può procedere con iniezioni intravitreali di farmaci anti VEGF da ripetersi per parecchie applicazioni per far assorbire gli edemi, trattamenti panfotocoagulativi o trattamento crioterapico per chiudere e far riassorbire le emorragie . Quando lo stadio della patologia ha innescato una trazione o un distacco , l’unica cura sarà quella di tipo chirurgico dove sarà l’oculista intervenendo con una vitrectomia, per via parsplana di tipo mininvasivo con o senza cerchiaggio , a eliminare le trazioni, riappianare la retina, fotocoagularla e eventualmente tamponare l’occhio con dei gas espandibili o addirittura sostituire all’umor vitreo dell’ olio di silicone.