Coroide
E’ la porzione posteriore, la più estesa della tunica vascolare; è una struttura eminentemente vascolare, interposta tra la faccia profonda della sclera e lo strato più superficiale della retina.
Partendo indietro dall’orifizio sclerale del nervo ottico, la coroide si distende in avanti fino a raggiungere il corpo ciliare, inserendosi fra la sovrastante sclera e la sottostante retina; è un tessuto straordinariamente vascolarizzato, molto ricco di pigmento, ma poverissimo di connettivo; da ciò deriva la sua fragilità, al punto che un trauma contusivo del bulbo oculare può facilmente provocare nella coroide una lesione di tipo emorragico, lasciando invece indenne la sclera.
Lo spessore della coroide non è uniforme (50 – 80 micron nella regione compresa fra il polo posteriore e l’equatore, 30 – 50 micron tra la linea equatoriale ed il corpo ciliare) ed inoltre è molto variabile, a seconda dell’entità dell’onda ematica dei vasi coroideali, per cui si alternano stati di replezione con aumento dello spessore (200 – 300 micron) e stati di relativo svuotamento con forte diminuzione dello spessore. La faccia esterna della coroide, in rapporto con la superficie profonda della sclera, forma con questa lo spazio sovracoroidale (o sottosclerale), uno spazio quasi virtuale attraverso il quale transitano le arterie ciliari posteriori lunghe e i nervi ciliari brevi e lunghi che, oltrepassata la parete sclerale, si dirigono verso i corpi ciliari e l’iride. La faccia interna della coroide è in rapporto molto stretto con la retina; l’aderenza con il foglietto più esterno della retina è così tenace da rendere impossibile una separazione spontanea tra la coroide e la retina. Il distacco di retina non è mai una disgiunzione della coroide dalla retina, ma è sempre una separazione tra i due foglietti della retina stessa e cioè tra il foglietto interno nervoso e il foglietto esterno pigmentato; questo intimo contatto anatomico tra coroide e retina trova il suo equivalente in uno strettissimo rapporto funzionale, tant’è vero che è la coroide a nutrire gli strati più esterni della retina, per mezzo delle sierosità trasudanti dalla sua abbondantissima rete vascolare. E’ proprio il sangue circolante a conferire alla coroide il suo tipico colore rosso, che sfuma nel bruno per l’influenza cromatica della componente pigmentaria.
Procedendo dalla superficie in profondità, si susseguono i seguenti strati:
1) SPAZIO SOVRACOROIDEALE, interposto tra coroide e sclera
2) LAMINA EPICOROIDEALE, delicato intreccio di lamelle connettivali
3) STRATO VASCOLARE VERO E PROPRIO, distinto in tre substrati • SUBSTRATO DEI GRANDI VASI (di Haller), arterie e vene di grande calibro • SUBSTRATO DEI MEDI VASI, arteriole e vene di medio calibro • substrato dei piccoli vasi (di Sattler), arteriole e venule di piccolo calibro
4) LAMINA CORIOCAPILLARE, composta da capillari arteriosi (circondati da cellule contrattili dette periciti) e da capillari venosi
5) LAMINA ELASTICO-BASALE DI BRUCH, linea di transito per i nutrienti (provenienti dalla coriocapillare e diretti alla retina) e per i cataboliti (risalenti dalla retina verso la coroide); è la somma di uno strato più esterno elastico e di uno strato più interno cuticolare.
Schema sintetico delle funzioni
1) azione nutritiva nei confronti degli strati più esterni della retina
2) funzione ottica: il pigmento assorbe gran parte dell’energia luminosa che ha attraversato la retina, impedendone la riflessione sulla superficie sclerale (abbagliamento)
3) interferenza con il tono oculare: la pressione intraoculare aumenta o diminuisce, a seconda dello stato di riempimento dei vasi coroideali