
Presentiamo questa sezione dedicata allo sport sapendo che “mens sana in corpore sano” ma, occhio ai rischi!! Determinate attività sportive, anche se non svolte agonisticamente, meritano che determinate parti o organi del nostro corpo come gli occhi, denti, genitali, gambe, polsi etc. etc. vengano protette.
Le statistiche e la carta stampata ci dicono che annualmente in Italia si verificano oltre 35000 traumi oculari e che proprio un quarto di questi provengono da ambienti sportivi dove spesso sono presenti anche giovanissimi che disinformati si sottopongono a rischi prevedibili, oltre a non conoscere i limiti che quest’ organo può sopportare in determinate condizioni se pur non di carattere traumatico.
Ci soffermeremo innanzitutto a considerazioni che legano i traumi allo sport e consigliamo un attenzione particolare a tutte quelle attività che prevedano il contatto diretto come le arti marziali il rugby, la boxe, ma anche a sport dove si fa uso di sfere più o meno grandi quali il soft air, il golf (tanto per la palla quanto per i bastoni), tennis, calcio, rugby, basket, cricket, polo, etc… , infine anche una attività considerata moderata come quella della pesca, ogni anno produce un numero considerevole di casi di pronto soccorso oculistico dovuto a traumi derivanti dall’uso di ami senza proteggersi sia le mani che gli occhi.
Il consiglio da parte degli specialisti è di fare sempre uso di tutte protezioni esistenti per la disciplina soprattutto quando non è di tipo agonistico. Caschi e occhiali tecnici, possono invertire i dati delle statistiche sopracitate. Bisogna tenere nella giusta considerazione che, soprattutto gli occhiali ”tecnici” sono più resistenti del 30% di un paio normale di occhiali e la loro forma è studiata proprio per proteggere e non seguendo un mero gusto “estetico”.
Lo sforzo di chi si occupa di medicina dello sport è sempre di maggior attenzione e i temi di traumi oculari è spesso oggetto di seminari e congressi specialistici. Per talune discipline è previsto oltre al certificato di sana e robusta costituzione un nulla osta dell’oculista, come per il pugilato, il paracadutismo etc. come requisito indispensabile per intraprendere l’attività proprio perché oltre al trauma, si potrebbero avere delle patologie che sconsiglino la pratica.
Anche nel mondo di chi pratica sport abitualmente si possono nascondere delle insidie per gli occhi, ci sono infatti discipline che se pur svolte in ambienti sani e lontani da possibili traumi diretti, subiscono anche per una prolungata esposizione ai raggi solari e quindi ai raggi UV (sempre più aggressivi) vere e proprie malattie oculari come le cheratiti.
I traumi quindi possono essere la conseguenza di radiazioni, lesioni ai tessuti provocate dal mancato equilibrio fra la pressione intraoculare e quella esterna, contusivi, da scoppio del bulbo e perforanti.
• I traumi da radiazione possono avvenire dopo lunghe esposizione a raggi UV, contenuti nello spettro della luce, durante tutti gli sport acquatici, lo sci e gli sport in alta quota;
• quelli da mancato equilibrio pressorio sono tipici dei subacquei e dei paracadutisti causati da un impropria aderenza delle maschere o da una scarsa preparazione sportiva;
• quelli contusivi sono determinati da tutti gli impatti e possono coinvolgere le palpebre e, a causa dell’ innalzamento pressorio intraoculare, creare danno all’ iride, generare emorragie congiuntivali, generare un alta incidenza di danni anche a carattere retinico(distacco) fino anche a determinare la rottura delle ossa della cavità oculare o lo scoppio del bulbo stesso;
• quelli da perforazione sono spesso veri e propri infortuni e possono avvenire in conseguenza della perforazione di un amo oppure da schegge provenienti dalla rotture di occhiali non idonei allo scopo.
Il consiglio è comunque di dedicarsi con consapevolezza a qualsiasi attività sportiva, avendo a mente che anche la figura dello specialista oculista potrà darvi le giuste indicazioni per godervi in tutta sicurezza il vostro sport.
Non dimentichiamo di interrogare lo specialista per farsi consigliare se e quando è possibile svolgere l’attività sportiva anche se si è soggetti glaucomatosi e quando è possibile riprendere l’attività a seguito di trattamenti chirurgici refrattivi o di asportazione di cataratta.