I motivi per cui un occhio può diventare miope sono tanti e non tutti conosciuti, dalle cause genetiche a quelle patologiche. Nel 2050, potrebbe essere affetta da miopia metà della popolazione mondiale (quasi 5 miliardi di persone). Da qui a 10 anni, il numero di pazienti che non vede bene da lontano potrebbe sfiorare i 2,5 miliardi. Per molto tempo si è data la colpa della sua insorgenza a fattori genetici. Oggi appare sempre più evidente che, se l’ereditarietà ha un’influenza, non è importante come si pensava.
Quando non è determinante la componente genetica, essa si manifesta di preferenza su soggetti che prediligono la visione da vicino (studio, videogiochi, computer). In questa discussione non ci occuperemo di queste miopie, ma della forma più diffusa, conosciuta con diversi nomi; miopia scolastica, miopia giovanile o dell'età evolutiva, e simili, ma che noi, per semplicità, chiameremo MIOPIA FUNZIONALE.
In passato questo tipo di miopia colpiva in percentuale più elevata i giovani che si impegnavano maggiormente nello studio, e meno gli svogliati, oggi, la percentuale di adolescenti affetti da miopia è aumentata, probabilmente per l'aumentato numero di attività che richiedono un impegno prolungato in visione da vicino. Queste osservazioni legittimano il sospetto che vi sia una relazione fra l'impegno visivo prolungato in visione da vicino e l'insorgenza e il successivo aumento della miopia.
Tra i paesi più colpiti troviamo Cina e Stati Uniti: soffre di miopia oltre l'80% degli studenti delle scuole superiori cinesi, e percentuali simili sono state registrate a Singapore e Taiwan.
Negli USA, è miope il 35% dei giovani adulti, un'incidenza salita del 70% negli ultimi 30 anni.
In Italia va un po' meglio, ma le cifre restano alte: è affetto da miopia oltre il 30% della popolazione (particolarmente colpita è la fascia tra i 25 e i 29 anni).
L’antidoto alla miopia potrebbe essere molto semplice. Diversi studi, negli ultimi anni, hanno osservato che passare più tempo all’aria aperta servirebbe a ritardare l’insorgenza della miopia e a renderla meno grave. Alcuni esperti sostengono che l’effetto protettivo dello stare fuori potrebbe essere la luce solare.
La luce stimola la produzione di dopamina che ha un effetto di irrigidimento nell’occhio, proprio l’opposto della miopia che è dovuta a un occhio “sfiancato” cresciuto in modo sbagliato per un tessuto troppo elastico. Più si sta all’aria aperta tanto meno la miopia compare o peggiora.
Lo studio è stato condotto su bambini delle scuole primarie (con una media di età di 6 anni e mezzo) coinvolgendo quasi 2000 studenti per: 952 studenti arruolati contro 951 studenti come gruppo di controllo. Nel primo gruppo i bambini hanno svolto ogni giorno 40 minuti di attività all’aria aperta, e i loro genitori sono stati incoraggiati a coinvolgere i figli in giochi al parco dopo l’orario scolastico, in particolare durante i fine settimana e nei giorni festivi. L’altro gruppo ha, proseguito a svolgere le attività consuete. Dopo tre anni l’incidenza della miopia è risultata del 30,4% nel gruppo arruolato e del 39,5% nel gruppo di controllo. Una differenza importante: il tasso d’incidenza della miopia è risultato del 9,1% inferiore fra i bambini che avevano passato più tempo all’aperto.